
Arturo Toscanini

Direttore Musicale
Arturo Toscanini (Parma, 25 marzo 1867 – New York, 16 gennaio 1957), direttore d’orchestra arrivò alla Scala nel 1887, come violoncellista per la prima dell’Otello di Verdi. Quattro anni dopo vi ritornava come direttore di quattro entusiasmanti concerti. E nel 1898 veniva chiamato a inaugurare la stagione con I maestri cantori di Norimberga di Wagner. Di questo famoso esordio scaligero di Toscanini l’archivio del Museo custodisce i bozzetti di Carlo Ferrario. Fu il direttore d’orchestra che, nei primi trent’anni del Novecento, diede agli spettacoli della Scala e alla riorganizzazione della vita teatrale un’impronta di assoluta serietà. Antimonarchico, antifascista e antinazista, si trasferì dal 1937 negli Stati Uniti soprattutto come direttore sinfonico. Il leggendario maestro, celebre per la sua burbera intransigenza, durezza e scarsa disponibilità al compromesso, fu promotore in Italia non solo dell’opera nazionale, ma di Wagner e del sinfonismo tedesco. Con lui si aprì una nuova era, quella dei grandi direttori moderni, esigenti sia nei confronti degli esecutori sia del pubblico, fedeli alla pagina scritta e protagonisti in modo preponderante dell’intero spettacolo. Nel 1946, dopo il volontario esilio americano, tornò, a furor di popolo alla Scala nel dopoguerra, con il celebre concerto della ricostruzione dopo i bombardamenti che distrussero la volta del Teatro. In vetrina il Museo espone anche i suoi occhiali e la bacchetta usata nel suo ultimo concerto. Nel ridotto dei palchi invece si trova il busto di Adolf Wildt. Cosa mai accaduta ad un artista italiano e a un musicista, Toscanini venne ritratto tre volte sulla copertina della rivista Time.